Proprio così: abbiamo terminato la prima parte del nostro corso sulla pressofusione.
Spero di averti regalato alcune risposte a interrogativi tecnici di progettazione degli stampi o di regolazione scientifica del processo, oppure di averti aiutato a capire l’origine segreta di alcuni problemi qualitativi che ti possono perseguitare da molti anni.
Naturalmente mi aspetto che ci siano anche molte altre domande alle quali dare risposte perché abbiamo focalizzato la nostra attenzione solo su concetti base.
Oltre che per progettare uno stampo, i nomogrammi e i diagrammi PQ2 sono decisamente utili anche per regolare in fonderia la macchina più idonea a produrre i pezzi che desideri stampare.
Se tu sei un capo fonderia, devi essere sicuro di un aspetto decisamente importante: la regolazione del tuo impianto deve essere impeccabile se desideri evitare di vanificare tutti gli sforzi effettuati dal progettista dello stampo per progettare un sistema in grado di produrre fusioni di elevatissima qualità.
Sei pronto a scoprire i dettagli finali del percorso che abbiamo fatto insieme in questi mesi?
Pensi di avere acquisito le informazioni utili a gestire in completa autonomia tutte le problematiche di fonderia che ti si presenteranno in futuro?
Hai ancora problematiche residue che vuoi approfondire o risolvere in tempi estremamente brevi?
In effetti, i nomogrammi e i diagrammi PQ2 sono decisamente utili per progettare uno stampo correttamente e per interfacciarlo con la macchina più idonea a produrre i pezzi che desideri stampare.
Se tu sei un progettista di stampi per pressofusione, devi essere sicuro di un aspetto decisamente importante: la pressione specifica sul metallo erogata dalla tua pressa durante la fase statica (anche se di valore decisamente elevato) potrebbe comunque mettere in crisi la pressa nel corso della fase di riempimento, soprattutto nell’eventualità che il pistone debba gestire una velocità di seconda fase eccessiva.
Ti ricordo che il nomogramma descrive in maniera esaustiva e completa ciò che accade durante la fase statica del ciclo di funzionamento della pressa; nulla ti dice riguardo l’andamento della pressione specifica sul metallo durante la fase di riempimento dei pezzi.
Quindi il “diagramma PQ2” può essere utilizzato in maniera molto efficace durante la progettazione degli stampi, per costruire il corretto equilibrio tra la fase dinamica e la fase statica dell’iniezione della pressa.
Come può essere realmente impiegato questo importantissimo strumento?
Con quale indice di affidabilità i risultati ottenuti rispecchiano la realtà dei fatti?
Quanto tempo devi dedicare all’utilizzo dei diagrammi PQ2 nella progettazione degli stampi per prevenire importanti problemi di qualità nel corso della produzione dei pezzi?
Ora è arrivato il turno del diagramma PQ2 della tua pressa.
Una macchina in grado di esercitare una elevata pressione specifica sul metallo durante la fase statica potrebbe trovarsi in crisi di riempimento nel caso in cui al pistone venga richiesta una velocità di seconda fase eccessiva.
Per completare il discorso iniziato con i nomogrammi, non è detto che un enorme margine con il nomogramma ti permetta di stampare in conformità i tuoi pezzi.
Devono essere verificate alcune condizioni ottimali di accoppiamento tra macchina, pistone e stampo.
In effetti, se il nomogramma descrive in maniera esaustiva e completa ciò che accade durante la fase statica del ciclo di funzionamento della pressa, se devi capire cosa accade alla pressione specifica sul metallo durante la fase di riempimento dei pezzi, da questo diagramma non ricavi nulla.
In questo caso ci viene in aiuto un ulteriore diagramma, che mette in relazione la portata (al quadrato) di materiale che il pistone è in grado di iniettare nello stampo e la pressione specifica sul metallo: si tratta del “diagramma PQ2”.
Qual è la reale funzione di questo importantissimo strumento?
Perché è fondamentale conoscerlo e saperlo utilizzare correttamente?
Quali limiti ti permette di superare rispetto al nomogramma?
Quindi, questo oggetto è in grado di farti individuare molto rapidamente i “paletti di funzionamento del tuo accoppiamento macchina – pistone – stampo”.
Oggi cercheremo di capire cos’è un nomogramma.
Ne abbiamo già parlato: avere una pressa eccessivamente abbondante rispetto alla forza di chiusura, non è una garanzia che ti mette definitivamente al riparo dalla formazione di bava .
Abbiamo anche capito perché possono verificarsi simili eventi e quali dinamiche possono innescarsi nello stampo per mettere in crisi di chiusura della macchina.
Attenzione: sto parlando di “dinamiche” perché, generalmente, è proprio la fase dinamica che mette in crisi la ginocchiera della tua macchina.
In realtà, il nomogramma descrive in maniera esaustiva e completa ciò che accade durante la fase statica del ciclo di funzionamento della pressa.
Proviamo ad affrontare le nostre considerazioni con un minimo di ordine mentale per evitare di fare confusione o giungere alle conclusioni sbagliate.
Nel dettaglio, chiariremo insieme alcuni aspetti decisamente importanti riguardo le variabili riportate all’interno di un generico nomogramma.
Ora focalizziamo la nostra attenzione su un test di regolazione del processo di pressofusione eseguito con una lega alluminio e un impianto a camera fredda.
Proprio così: il metodo Scarto Zero fornisce ottimi risultati anche in questo caso!
Lo noterai anche tu.
Il nostro obiettivo è quello di montare lo stampo in macchina e, alla prima regolazione di processo, stabilizzare la pressa in maniera tale che la produzione fili liscia, senza problemi, senza intoppi, senza patemi d’animo.
Altre volte, purtroppo, regolare la pressa diventa una “…mission impossible…”
Perché???
Mi rendo conto che gli esempi chiariscono i concetti molto meglio delle parole.
Per questo motivo desidero dare la parola a un mio cliente, che si è rivolto a me per cercare di risolvere problemi di scarto incontrollato per alcune sue produzioni in alluminio.
Ha deciso di effettuare un test di regolazione del processo con Formula Foundry, il software originale per progettare, regolare e monitorare il processo di pressofusione e i risultati ottenuti sono decisamente eccezionali e performanti.
Ti riporto di seguito gli estremi di questo test.
Siamo a un buon punto.
Preparati a conoscere i 4 segreti + 1 per abbattere le porosità nei tuoi pezzi.
Facciamo una premessa.
Abbiamo chiarito alcuni aspetti riguardo la pressione idraulica ottimale del pistone in seconda fase.
Abbiamo anche visto cosa accade alla pressione specifica sul metallo, parametro fondamentale per compattare correttamente i pezzi prima che vengano estratti dallo stampo.
Siamo giunti alla conclusione che per curare bene la terza fase, è fondamentale curare chirurgicamente proprio questi due parametri: non a caso, la terza fase è definita “fase di pressione o di compattazione dei pezzi”.
Abbiamo anche capito che il compito principale svolto dalla fase di pressione è quello di compattare i pezzi durante la loro fase di raffreddamento, ovvero quando avviene il passaggio di stato da liquido a solido: durante la fase di solidificazione i pezzi hanno una tendenza naturale a contrarre il loro volume; quindi la fase di pressione ha il compito di comprimere i pezzi fino al completamento del loro passaggio di stato liquido – solido, per mantenere le loro tolleranze dimensionali rispetto ai parametri calcolati dai progettisti.
In realtà, la terza fase ha un ulteriore compito molto importante.
Naturalmente, il problema non si limita semplicemente a questa considerazione.
Ora desidero spiegarti quanto è importante valutare il corretto diametro dei pistoni per gestire correttamente la fase galvanica dei tuoi pezzi.
Leggi con attenzione ciò che ti riporto di seguito: potresti essere in crisi a causa di un problema che stai affrontando anche tu da molti anni senza capire quale sia la causa che lo sta generando.
Sembra incredibile ma semplici dettagli possano generare risultati decisamente differenti sulle fusioni: seguimi e ti rivelerò alcuni trucchi che fanno parte del mio bagaglio personale, della mia esperienza, delle mie ricerche in fonderia, dei miei errori, della mia rivincita personale e della mia passione più grande: l’analisi scientifica del processo.
Quando ti avevo accennato al fatto che è indispensabile focalizzare la tua attenzione sulla misurabilità del maggior numero di variabili che gravitano attorno al tuo processo produttivo, intendevo concentrare la tua attenzione anche su dettagli a cui non avevi ancora pensato, almeno fino ad oggi.
Naturalmente il concetto di misurabilità non è applicabile a tutto ciò che circonda il processo: più rendi misurabili e controllabili le variabili di processo, meno saranno in grado di influenzare negativamente la qualità delle tue fusioni.
Se questa analisi delle variabili di processo si appoggia a basi scientifiche consolidate, puoi calcolare con la massima precisione i migliori parametri di processo, regolare i tuoi impianti per ottenere realmente lo standard qualitativo che vuoi dai tuoi pezzi, monitorare il processo produttivo per mantenere costanti le performance degli impianti, ecc…
In questa citazione c’è il segreto per reagire a questo periodo di emergenza sanitaria in maniera efficace, controllata, equilibrata ed eccezionale, esattamente come lo siamo noi: un popolo con un passato eccezionale, un presente molto complicato e un futuro da scrivere con IMPRESE che entreranno nella LEGGENDA.
Ecco pronto per te il sesto video: Fase 2 6#6_ Il Metodo Zama Scarto Zero.
Scopri subito cosa devi fare per applicare il Primo Metodo Certo per Abbattere gli Scarti nella Fonderia di Pressofusione.
Per finire, se non vuoi lasciare nulla al caso, devi analizzare anche un altro parametro fondamentale per gestire correttamente la seconda fase: la “Pressione specifica sul metallo”.
Attenzione: questo parametro è VITALE non solo nella fase statica di compattazione dei pezzi ma anche durante la fase dinamica di riempimento dei pezzi…
Ecco pronto per te il quinto video: Fase 2 5#6_ Pressione Specifica sul Metallo.
L'esperto nella riduzione degli scarti nel processo di pressofusione